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L’Aquila, -2 dalla vetta nonostante la fatica a imporsi nei 90 minuti: l’analisi

Che il girone F di Serie D sarebbe stato molto complicato con tante squadre in lotta per il primo posto, era più che plausibile a inizio campionato. Fermana, Recanetese e Ancona retrocesse dalla Serie C e il Teramo promosso dall’Eccellenza hanno alzato decisamente l’asticella.

Di investimenti importanti, poi, ne hanno fatti in diverse: dalla Sambenedettese e il Chieti fino al Roma City e all’Aquila. Verosimilmente, quindi, sarà un campionato equilibrato fino all’ultima giornata del girone di ritorno perché le partite in ogni giornata sono spesso imprevedibili e mai scontate.

L’aspettativa della città a L’Aquila, poi, è sempre alta e non da quest’anno. Per questo motivo le difficoltà dei rossoblù nell’imporsi nei 90 minuti con le varie squadre incontrate ha posto degli interrogativi sulla rosa in generale e sulla nuova guida tecnica, ma è questo il reale problema?

Innanzitutto c’è da ricordare che L’Aquila, in estate, è stata costruita sulla falsa riga della scorsa stagione dato che a inizio estate era arrivato il rinnovo di Roberto Cappellacci. Le strade con l’attuale tecnico del Giulianova si sono però divise e la società rossoblù è dovuta correre ai ripari con un allenatore di tutto rispetto come Giovanni Pagliari. La quasi totalità della rosa era già stata però costruita al suo arrivo e per questo l’ex Recanatese, che ovviamente ha idee e tipo di gioco diversi da Cappellacci, si è dovuto adattare.

Nonostante tutto questo, L’Aquila si trova attualmente a -2 dalla vetta occupata da Sambendettese, Chieti e Teramo e ha perso solo una partita contro i marchigiani al Riviera delle Palme. L’unica nota negativa, quindi, è la mancanza di vittorie fuori casa dove sono arrivati 4 pareggi oltre la sconfitta con la Samb.

Certamente serve fare meglio e imporre di più il proprio gioco, ma questo potrà vedersi solo con il tempo dato che – come confermato da Pagliari – questa è una squadra costruita per giocare e impostare in un certo modo e per cambiare la mentalità e il tipo di gioco c’è bisogno di tempo e lavoro. La parte finale di Avezzano-L’Aquila ne è stato un chiaro esempio dato che i rossoblù hanno terminato la partita con una specie di 3-3-4 e hanno prima pareggiato con Banegas su rigore e poi hanno provato anche a vincerla nel finale. La rosa generale, dunque, sembra tutt’altro che inferiore allo scorso anno, andrebbe trovato forse solo il modo e il meccanismo giusto per amalgamarla al meglio.

Credit foto: L’Aquila 1927

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