Dopo aver salvato la categoria a Chieti è stato tirato più di un sospiro di sollievo. La piazza, però, continua ad avere nel mirino il Patron Ettore Serra, accusato di essere il principale responsabile di una gestione societaria che stava rischiando di compromettere la partecipazione al prossimo campionato di Serie D.
L’imprenditore piemontese, ad oggi, detiene ancora il 100% delle quote societarie. Non c’è stato ancora il passaggio a Daniele Ferro che nel frattempo lavora duramente – insieme ad Adelmo Berardo e Michele Ciccone – per allestire una squadra competitiva.
Questa mattina è tornato a farsi sentire il Comitato Oltre il Centenario che sul proprio profilo Facebook ha pubblicato la seguente nota:
“È indubbio che in Città si respiri un’aria di moderata soddisfazione per avere salvato la categoria e per la squadra che si sta allestendo.
Quello che lascia perplessi è che, ad oggi, Ettore Serra detiene ancora il 100% delle quote societarie e, conseguentemente, è più che legittimo il sospetto che l’operato di Daniele Ferro, Adelmo Berardo e Michele Ciccone possa essere rallentato, se non ostacolato, da chi è ancora formalmente il proprietario della Chieti Calcio.
L’auspicio è che la maggioranza delle quote sociali passi nelle mani di Ferro il prima possibile, soprattutto per una questione di chiarezza e trasparenza nei confronti della piazza.
Abbiamo lavorato tanto in questi ultimi mesi per garantire un futuro dignitoso alla nostra squadra del cuore ed è molto positivo il fatto che il nuovo management abbia portato in neroverde indiscussi e specchiati professionisti come Berardo, Ciccone ed Ignoffo, nei confronti dei quali si nutre fiducia.
Ora manca solo un ultimo tassello e Serra deve prendere atto che la sua esperienza a Chieti è terminata: non è più il tempo di giocare con la nostra passione e pensare di potere andare avanti come se nulla fosse successo, quando oramai si è persa la credibilità e si è dimostrato di non essere in grado di gestire con dignità e trasparenza il sodalizio neroverde.
Chieti merita rispetto“.