Ieri sera il Chieti non è andato oltre il pareggio contro la Fermana, fanalino di coda del Girone F. Per i neroverdi è arrivato il terzo segno “X” consecutivo dopo quelli interni con Isernia e Teramo.
Non sono mancati i commenti negativi sui social da parte dei tifosi, in particolare “su un singolo giocatore, per di più molto giovane“, come evidenziato a titolo di difesa su un post pubblico del patron neroverde Altair D’Arcangelo. Proprio questi ha voluto lanciare un messaggio, che riportiamo integralmente:
“C’è una differenza sostanziale tra i commenti che si fanno al bar e quelli sui social.
Al bar, sono chiacchiere tra amici, confinate a un piccolo gruppo. Ma sui social, ogni parola è pubblica, letta da tutti, e per questo assume un peso diverso.
Ho letto con dispiacere delle critiche pesanti gettate su un singolo giocatore, per di più molto giovane, nonostante l’intervento dei suoi familiari.
Questo non è tifo. Non si fa il bene della squadra in questo modo.
Esprimere un disappunto è legittimo, ma ci sono modi e modi per farlo, senza colpire personalmente chi, con impegno, indossa la nostra maglia.
I cosiddetti “leoni da tastiera” spesso non si rendono conto dell’effetto distruttivo delle loro parole.
Critiche eccessive e personali non fanno altro che minare la fiducia dei giocatori, destabilizzare l’ambiente e creare un clima negativo attorno alla squadra. Invece di contribuire a una crescita collettiva, rischiano di allontanare chi, ogni giorno, si impegna per il bene del Chieti. Le critiche, se fatte con rispetto e spirito costruttivo, possono essere utili. Diversamente, diventano solo un ostacolo, alimentando tensioni che non aiutano nessuno a raggiungere gli obiettivi comuni.
Diversamente da chi critica, io apprezzo chi si è messo a disposizione nonostante la poca esperienza e la giovane età, perché il gruppo glielo ha chiesto. Questo è lo spirito che serve: mettersi in gioco per la squadra, accettare le difficoltà e crescere insieme”.