Verso Italia-Croazia, Spalletti: “Se non si fa risultato si va a casa”

Luciano Spalletti ha parlato per presentare il match di stasera tra Italia e Croazia, decisivo per gli azzurri per provare a passare il turno nel Girone B come seconda negli Europei di Germania 2024.

Il tecnico ex-Napoli ha raccontato la sua idea di calcio davanti ad una sfida così probante, dopo la brutta sconfitta patita contro la Spagna. Sulle eventuali modifiche da apportare alla rosa, Spalletti è stato chiaro, puntando il dito sull’interpretazione del match: “Secondo me, ormai, in questo calcio qui non è più fare una cosa: bisogna saperne fare più di una. Quando avranno palla gli altri, con la qualità che hanno, è chiaro che saremo costretti a difenderci in 11 calciatori, con il blocco squadra basso, e quando poi riconquisteremo la palla dovremo cercare di ribaltare l’azione negli spazi, senza permettergli di ricomporre una fase difensiva corretta. Farlo tutta la partita, mentre un po’ di tempo fa si poteva fare, io in un calcio che va ad essere sempre più moderno la vedo più difficoltosa, difendersi sempre bassi e vivere soltanto su delle ripartenza. Anche perché le squadre avversarie, come ho detto, le nazionali hanno tutte la possibilità di comporre delle squadre forti. Anzi: noi siamo quelli che hanno bisogno che alcuni calciatori abbiano bisogno di andare a fare esperienza all’estero”.

Sull’atteggiamento necessario per avere la meglio sulla Croazia: “Cambieremo anche qualche attitudine di squadra. Avremo bisogno di certezze da un punto di vista di continuità di gioco, di certezza nella partita. Non si può mettere in conto di subire delle situazioni che poi possono andare a sfruttare gli avversari, per cui si cercherà di avere più sostanza: magari meno bellezza, ma più sostanza nel non rischiare poi di poterci mettere in mano alla loro qualità. Poi è chiaro che la partita la vogliamo fare a metà campo e non davanti alla nostra area di rigore, visto che è sempre rischioso e pericoloso”. 

Sulle formazione: “E’ possibile tutto, ce li siamo portati questi giocatori qui. Ma le punte esterne che saltano l’uomo e che sono poi bravi a fare l’uno contro uno hanno bisogno della sostanza della squadra per poter giocare la partita che vogliono. Bisogna fare questo gioco di squadra che ti permette di fare la partita nella loro metà campo. Se quelli che fanno l’uno contro uno li devi portare bassi, a rincorrere… è in difficoltà tutta la squadra. Dipende dal tipo di calcio che sei in grado di fare”.

Sugli assenti: Dimarco è recuperato ed è a disposizione ma faremo un ulteriore passaggio domattina che confermi la sensazione e l’analisi del dottore. Tutto lascia presagire che sia disponibile per domani (oggi, ndr). Il recupero psicologico è presto fatto: se non si fa risultato si va a casa, i ragazzi lo sanno bene”. 

Su Di Lorenzo: “E’ veramente mio figlio per quanto ci sono stato insieme e per quanto ho parlato e potuto apprezzare le sue enormi qualità, per cui io faccio sempre fatica a fare a meno di uno che ha le sue qualità. Poi è chiaro che devo analizzare sempre le cose, ma sono convinto di quello che è il valore dell’uomo e del calciatore. Non ho bisogno di parlarci tanto perché c’è un’intesa talmente diretta che si vede tutto”. E su Jorginho: “Ha fatto una partita sotto al suo livello ma dipende sempre da quello che fa la squadra. (…) Se lui è messo in mezzo non è colpa sua, ma è colpa mia”.

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