Pescara, Dagasso in esclusiva: “Squadre di Serie A su di me? Dico che…”

Ha iniziato a calcare i campi da calcio con la maglia del Pescara; dalla scuola calcio alla prima squadra, passando per la trafila delle giovanili tra calvari e momenti difficili dovuti ad infortuni. All’età di vent’anni la stagione della consacrazione per Matteo Dagasso: 30 presenze e un gol in Serie C, personalità e qualità intraviste prima da Zeman e poi dimostrate a tutti gli addetti ai lavori (e non). Dagasso si racconta ai microfoni di SportAbruzzo:

L’annata d’esordio in Prima Squadra dopo anni di sacrifici: com’è stato l’impatto con il calcio dei grandi? Quanto ti ha aiutato il gruppo e chi in particolare?

Ovviamente la differenza nel salto dalle giovanili alla Prima squadra si sente nettamente, in particolare sotto l’aspetto fisico. Già lo scorso anno ho avuto la fortuna di assaporare l’ambiente dei grandi ma gli infortuni mi hanno impedito di dare il massimo. Quest’anno per fortuna è andata meglio, il gruppo è stato fantastico nel farmi sentire a mio agio, tra gli altri devo ringraziare Merola, Di Pasquale, Milani ed Aloi, da loro ho imparato molto e mi hanno accolto al meglio.

Stagione da sogno a livello individuale, deludente per il Pescara. Quanto sei contento per te stesso e quanto amareggiato dal risultato finale?

A inizio anno non mi aspettavo di essere così al centro del progetto, speravo di potermi ritagliare il mio spazio ma la stagione è andata oltre le aspettative e in questo non posso che ringraziare il mister Zeman. A livello collettivo dovevamo sicuramente fare di più; fino a Dicembre eravamo soddisfatti, poi la situazione complicata del mister ha inevitabilmente colpito ognuno di noi dal punto di vista mentale. Con Cascione siamo riusciti a risalire la china, ai play-off ogni partita è complicata, speriamo di fare meglio nel prossimo anno.

Hai citato il mister Zeman, raccontaci il rapporto con lui e la sua importanza nel tuo percorso

Al Mister devo tanto. Sin dall’inizio ha capito cosa potevo dare alla squadra e mi ha dato tanta fiducia; conosceva le mie attitudini e anche l’infortunio da cui tornavo. Essere allenato da lui è stato un onore, sono cresciuto tifando la squadra che lui ha portato in Serie A, per me è un mito.

Cosa non è andato invece con Bucaro e Cascione?

Purtroppo con l’addio del Mister Zeman la squadra ne ha risentito mentalmente ed è iniziato un periodo complicato per tutti. Non era semplice neanche per il Mister Bucaro. Con Cascione abbiamo ripreso il passo. Personalmente mi sono trovato molto bene con un giocatore che conosce molto bene il mio ruolo. E’ sempre bello imparare da persone cui posso cogliere segreti e consigli.

Al termine della stagione conclusa con 30 presenze si è sentito di interessamenti dalla Serie A. Quali squadre ti hanno cercato?

Fa sempre piacere sentire voci di accostamenti a grandi squadre ma io non ne so nulla. Sono solo voci mediatiche che ovviamente mi rendono fiero del lavoro svolto ma io sono contento di giocare per la mia città, davanti alla mia famiglia e a questi tifosi. Sono concentrato solo sulla prossima stagione.

In vista dell’anno prossimo, quali obiettivi senti di fissare a livello personale e di squadra?

Spero di riuscire a dare una mano come ho fatto quest’anno e di contribuire alla causa per questa splendida maglia. L’obiettivo principale e quello di tutti però deve essere quello di fare meglio dello scorso anno; vogliamo regalare gioie ai nostri tifosi e cercheremo di dare il massimo.

Con la maglia del Pescara da quando sei bambino, tanto giovane quanto “veterano”, ti senti un simbolo di questo Pescara?

No assolutamente, sono contento di poter giocare per la maglia che mi ha dato l’opportunità di crescere ma nello spogliatoio ci sono giocatori davvero esperti da cui non posso far altro che imparare. Brosco, Mora, Aloi, sono solo alcuni dei giocatori con esperienza, loro sono i veri veterani.

Hai parlato dei tanti infortuni che ti hanno reso il cammino difficile. Qual è il consiglio che daresti ad un bambino che inizia a giocare a calcio con il sogno di arrivare dove sei tu?

Di sicuro gli direi di credere in ciò che fa e di non mollare mai. Io ho dato e sacrificato tanto negli anni delle giovanili e nei momenti cruciali ho subito brutti infortuni che mi hanno penalizzato. L’anno dell’under 15 è fondamentale e non giocarlo al meglio per problemi fisici è demoralizzante. Lo stesso è successo lo scorso anno quando, dopo essere stato aggregato in prima squadra, ho subito un altro infortunio. Non mollare nonostante tutto è stato fondamentale, e direi che la determinazione è fondamentale. Poi certo, anche la fortuna vuole la sua parte: io ho avuto il piacere di incontrare il Mister (Zeman) che mi ha concesso opportunità importanti”.

Fonte foto: Pescara Calcio. credits: Massimo Mucciante.

Alessandro Di Nicola

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