Vi presento il mio Pescara-Cesena, intervista a Mirko Drudi

E’ il giorno di Pescara-Cesena, big match che potrà rivelare tanto soprattutto per le ambizioni biancazzurre. Uno dei doppi ex più interessanti della sfida è Mirko Drudi, difensore (attualmente al Forlì) nato e cresciuto a Cesena, con cui ha esordito in Serie B, ma che ha vissuto tre stagioni importanti a Pescara dal 2019 al 2022. Intervenuto nella seconda puntata di Ci siamo, Mirko ha ripercorso il suo passato, analizzando anche la partita di stasera. A partire dall’importanza del match per ambedue le piazze: “Pescara-Cesena è una partita sentita da entrambe le tifoserie, c’è una certa rivalità“. Su cosa significhi Cesena per lui, pochi dubbi: “Per me era ed è una famiglia. Sono diventato uomo e calciatore lì. Andavo allo stadio anche da piccolo, spesso da raccattapalle“. Non da meno però Pescara, ecco perché domani Mirko avrà il cuore diviso: “Pescara è stata un’esperienza importante. Venivo da una buona stagione a Cittadella, cercavo una piazza che potesse farmi vivere la Serie B ad alti livelli. Purtroppo le cose non sono andate benissimo, ho vissuto due anni un po’ tribolati. Il Pescara merita altri palcoscenici. Nel calcio capita anche questo, sono cresciuto comunque tantissimo ed ho conosciuto persone a cui voglio davvero bene. Mi porterò sempre dentro questa esperienza“. Tra i ricordi più belli, c’è sicuramente lo spareggio play-out vinto ai calci di rigore contro il Perugia: “Purtroppo ero assente in quella partita per un problema al polpaccio. Abbiamo comunque preso parte tutti alla trasferta di Perugia, ricordo ancora la corsa dalla tribuna al campo, dopo il rigore di Masciangelo. Ci siamo abbracciati tutti, è un ricordo bellissimo che conservo nel cuore“. E poi il gol contro il Cesena, il suo Cesena, che ha deciso l’ultimo scontro diretto fra le due compagini: “Mi sentivo quella sera di far gol, sono sensazioni che a volte provi irrazionalmente. Lì sono stato più fortunato che bravo, ma quella rete ha assunto un sapore particolare“. Un po’ di amaro in bocca resta al momento dei saluti: “Mi è dispiaciuto non essere rimasto, stavo bene a Pescara. C’era stata qualche chiacchierata per prolungare il contratto, ma non si è concretizzata. Sono poi andato in scadenza e non c’è stata possibilità di restare“. E poi lo sguardo rivolto al presente, al big match odierno all’Adriatico: “In Serie C le partite sono tutte equilibrate. C’è una gara da giocare, non vedo una vera e propria favorita. Il Pescara è una squadra forte, con giovani bravi ed importanti, ha tutte le carte per far male al Cesena. Non sarà facile abbattere un Cavalluccio in fiducia, ma non c’è un vincitore già prima della partita”. Mirko strizza così l’occhio al Delfino: “Il Pescara di quest’anno mi piace. E’ una squadra molto giovane, ci possono essere momenti di difficoltà. Ammiro molto Mesik, Accornero, Squizzato e Cangiano. Possono fare la differenza. Il Pescara deve fare il suo gioco, cercando di trovare più spazi possibili perché ha giocatori che possono far male nell’uno contro uno. Sarebbe fondamentale sbloccare subito il risultato“. E sul Cesena: “E’ una squadra più esperta, con calciatori molto forti per la categoria. Fa però fatica nel fare la partita, si chiude in blocco e riparte di gamba. E poi è fisica e strutturata“. Due nomi che possono decidere il match? “Shpendi per il Cesena ed Accornero per il Pescara“. Una chiosa sul suo presente a Forlì: “Ho accettato questa proposta soprattutto perché volevo riavvicinarmi a casa ed alla famiglia. Ora sto bene. Ho ricominciato da circa un mese, sto cercando di recuperare un po’ di condizione“. E sul futuro non esclude un romantico ritorno in Abruzzo: “Per il momento mi godo il periodo da calciatore. Sto facendo anche il corso da direttore sportivo, è quello il ruolo che mi piacerebbe ricoprire una volta appesi gli scarpini al chiodo. Non l’allenatore, perché diventi matto (ride, ndr). Sarebbe bello tornare a Pescara da direttore sportivo, sono stato bene, sarebbe un orgoglio ritornare in questa veste“.

Qui l’intervista integrale: Ci siamo con Mirko Drudi
Credits foto: Massimo Mucciante

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